

Michele Sambin:
tra Immagini e Suoni
Michele Sambin, uno dei più grandi artisti polimorfi dell’età contemporanea, ci ha condotto nel suo mondo fatto di immagini e suoni durante l’incontro al Macro Asilo di Roma per il progetto Urban Experience - #SoftScience a cura di Carlo Infante.
La sua arte coinvolge attivamente lo spettatore in una vera e propria esperienza sensoriale.
La sua carriera artistica comincia negli anni ’70 con la sperimentazione e la realizzazione di diversi video tape. Ne è un esempio “Il tempo consuma” (clicca qui) del 1978, dove Michele Sambin si pone tra una telecamera e un televisore che trasmette in differita. Il monitor sopra quest’ultimo invece trasmette le immagini in diretta. Dondolando con il proprio corpo come per imitare un metronomo al suono di “il tempo consuma le immagini, il tempo consuma i suoni”, la telecamera riprenderà, dopo un dato arco di tempo, sia l’artista che la sua immagine nel monitor in differita così da creare una sovrimpressione dell’immagine.
Attraverso un’evoluzione artistica decennale arriviamo al 1980 quando, Sambin insieme a Pierangela Allegro e Laurent Dupont, fonda TAM Teatromusica e ne diventa direttore artistico.
Nel 2003 prosegue la sua ricerca sul rapporto tra immagine e suono con la creazione dell’ensemble Tam/Oikos/East Rodeo.
In questo periodo, precisamente nel 2004 in occasione della riapertura del Castello di Ortigia, Sambin dà vita a “S. Lucia da Stupor Mundi” (clicca qui). Ispirato al “Seppellimento di Santa Lucia” del Caravaggio, l’artista dipingeva ogni sera una tela con sotto l’immagine-ripresa live della scena teatrale a pochi passi da lui.
In uno dei suoi più recenti lavori, assistiamo alla manipolazione artistica delle immagini tramite il disegno live su degli alberi d’ulivo con una “pittura di luce”.
“In una notte senza luna” (clicca qui) è un evento straordinario tenutosi a Lecce nel 2018 dove “il pennello digitale fa emergere dal buio immagini immateriali che si materializzano sulla superficie viva degli olivi”.